Turismo culturale in aumento. L’analisi delle presenze nel Parco Archeologico di Paestum e Velia

Si è appena conclusa la lunga fase dei ponti di primavera. Un periodo importante, che segna l’inizio della nuova stagione turistica e che consente di fare già un primo bilancio con Camillo Sorrentino, guida turistica abilitata operante nei principali siti della Regione Campania. Insieme abbiamo prodotto alcune riflessioni e  considerazioni sulle presenze nel Parco archeologico di Paestum e Velia, patrimonio mondiale UNESCO

Secondo le stime il periodo di Pasqua e dei ponti primaverili avrebbe messo in viaggio circa 20 milioni di italiani. Mare, città d’arte, siti culturali e montagna le mete preferite. La Campania in testa, tra le regioni più gettonate. È possibile dare conferma a queste premesse? Qual è stato l’andamento delle presenze nel Parco?

Possiamo affermare senza alcun dubbio che nel mese di aprile, Pasqua, e  le festività nazionali del 25 aprile e del 1° maggio a ridosso dei fine settimana, abbiano favorito gli spostamenti degli italiani e degli stranieri  nel nostro Paese. È da evidenziare un incremento del numero di visitatori rispetto all’ aprile dello scorso anno; la crescita, tuttavia, riguarda, in particolare, la componente italiana. Stabile, invece, la presenza degli stranieri. Questa tendenza è confermata anche dai miei colleghi e dagli operatori del Parco e del Museo Archeologico.

Qual è il profilo del visitatore?

Camillo Sorrentino – Guida Turistica

Buona parte dei visitatori italiani proviene dal Centro e dal Nord Italia, viaggia in gruppo, ma anche in coppia. Numerose sono le famiglie giovani con bambini, che si spostano con mezzi propri. Gli stranieri sono in gran parte tedeschi, francesi, anglosassoni e sudamericani. Pernottano in Campania circa 3-5 notti; Paestum è la tappa di un tour che solitamente comprende Napoli, Pompei e la Costiera amalfitana. È praticamente assente su Paestum la componente del mercato asiatico, presenza fissa nei siti di Ercolano e di Pompei.

L’aumento del numero dei visitatori nel sito archeologico è segno di un maggiore interesse verso la scoperta del patrimonio culturale?

Sì, noto una maggiore sensibilità ed interesse per la conoscenza delle nostre civiltà. L’aumento del turismo domestico sicuramente è il segnale del forte interesse degli italiani di riscoprire il patrimonio culturale nazionale. Ma attenzione, i grandi numeri non sono sempre sinonimo di qualità! Il patrimonio culturale, e anche ambientale, va rispettato e tutelato. L’overtourism rappresenta oggi una sfida per molte destinazioni turistiche e siti culturali. Questi ultimi, ad esempio, durante le prime domeniche del mese, in cui è previsto l’ingresso gratuito, sono presi d’assalto dai visitatori. Il patrimonio in queste giornate è messo a dura prova e non può essere garantito un buon livello di servizio ai visitatori, dalla biglietteria alla vigilanza. È necessario rivedere e progettare queste iniziative, la cultura è un diritto fondamentale della persona e uno dei fattori di benessere della collettività, ma è nostro compito preservarla e tutelarla per garantirne il libero accesso e godimento alle generazioni future.

Antonella Guerra