Palazzo ReSilente, accoglienza, multifunzionalità e condivisione

L’ntervista di Antonella Guerra a Simona Ridolfi, presidente dell’associazione La Via Silente

Palazzo ReSilente è stato inaugurato domenica 12 maggio a Velina, a 9 Km da Castelnuovo Cilento, punto di partenza e di arrivo de “La Via Silente”, il percorso cicloturistico ad anello che, per 600 km, attraversa il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. La Via Silente è stata premiata in occasione dell’ultima edizione della Fiera del Cicloturismo a Bologna, quale “progetto completo di sviluppo del cicloturismo nel Sud Italia che valorizza il territorio”.

Simona, Palazzo ReSilente è un nuovo tassello che si aggiunge a La Via Silente, progetto di promozione e valorizzazione del territorio, che quest’anno compie ben 10 anni. È un punto di accoglienza, che offre anche servizi diversificati legati al mondo del cicloturismo, e non solo. Raccontaci di questa nuova realtà.

Palazzo ReSilente è una realtà bellissima che va ad arricchire ulteriormente il progetto La Via Silente raccogliendo in un’unica struttura l’infopoint, la ciclofficina, un Bike Club, ma soprattutto un ostello, l’unico del territorio del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni e probabilmente dell’intera provincia di Salerno. Tutto ha avuto inizio quando Emmanuele Bianchini, giovane imprenditore cilentano e vice presidente dell’associazione La Via Silente, mi ha chiamato per dirmi che aveva intenzione di acquistare la vecchia palazzina decadente al centro di Velina. Le sue sono state parole semplici e dirette: pensa a questo luogo come punto di partenza per il tracciato, che cosa ne possiamo fare? Come possiamo trasformarlo?. Quel giorno ho provato la stessa bellissima sensazione di quando, da bambina, i miei genitori mi regalarono una scatola di costruzioni. Avevo, ancora una volta, la possibilità di costruire quello che volevo, ma avevo bisogno di qualcuno che mi aiutasse a trasformare la mia idea in realtà e cosi, a mia volta ho chiamato l’amica Antonella Veneri, restauratrice, e nel nostro caso, interior designer. Da questa catena di amicizia e di persone fidate ed entusiaste è nato palazzo ReSilente.

L’Ostello di Palazzo ReSilente si inserisce in un circuito di strutture ricettive già selezionate per l’accoglienza del cicloturista. Quanto è importante nello sviluppo di un progetto turistico la selezione di partner qualificati. Quali sono i servizi richiesti dai cicloturisti?

Non è solo importante, è fondamentale. L’offerta di un viaggio itinerante in bicicletta non è pensabile senza una rete di strutture di accoglienza ad una distanza massima di 50 km l’una dall’altra. Di tutto il lavoro svolto fino ad ora per portare avanti il progetto, quello legato alle strutture è stato sicuramente il più complesso. La difficoltà non è stata soltanto quella di individuare, soprattutto nell’entroterra, un numero sufficiente di B&B e agriturismi che potesse accogliere i nostri ciclo viaggiatori, ma innanzitutto quella di “educare” i gestori di queste strutture alla accoglienza di una tipologia di visitatore diverso, con esigenze diverse, con una propensione al dialogo, attento ai particolari. I punti critici, quelli che hanno richiesto maggior impegno e ancora non sono totalmente risolti riguardano la tendenza, nei periodi di alta stagione, in particolare ad agosto, a non offrire il soggiorno a chi passa per un solo pernottamento e la difficoltà a preparare un’adeguata colazione. Chi deve affrontare 50/60 km di strada in sella ad una bici, e con i dislivelli del La Via Silente, non può sicuramente accontentarsi del cornetto e del cappuccino. Ci stiamo lavorando, ci sono delle eccellenze, come “Chiusa di Bianco” a Stio o “Cumpà -accesso 287” a Sala Consilina, ma c’è ancora tanto da fare.

Palazzo ReSilente è innovazione, ma anche rivitalizzazione. Qual è il ruolo che possono avere questi progetti per il nostro territorio? Quali gli impatti economici e sociali?

Se riuscissi a trasformare in parole la gioia che ho visto negli occhi delle persone che hanno partecipato alla inaugurazione di Palazzo ReSilente il 12 Maggio, non avrei da aggiungere altro. Questa palazzina, con i suoi colori irriverenti, il suo arredo di recupero, la sua libreria da viaggio e quel baretto intimo e caratteristico che contiene un po’ di sud America e tanti altri frammenti di mondo, ha restituito entusiasmo ad una comunità che da tanto, troppo tempo, non vedeva nascere qualcosa di bello. Uno degli spazi a piano terra, il Silente Lab, è stato immaginato per ospitare associazioni, realtà laboratoriali, artisti ed artigiani e chiunque abbia qualcosa da mostrare o da raccontare. Tutto si svolge in un luogo in cui la comunità locale va ad incontrare quella dei viaggiatori. Nascono amicizie, nascono idee, Palazzo ReSilente rafforza la sua personalità. E poi gli aspetti economici dei quali il mio amico Emmanuele vi parlerebbe sicuramente meglio di come posso fare io. Palazzo ReSilente si trova al centro di Casalvelino Scalo, ma soprattutto è il punto di partenza di un viaggio di 600 km che dura in media 12 giorni. Se ogni mese partono 100 persone e ciascuna di queste persone spende in media 80 euro al giorno, vuol dire che ogni mese (calcolando i 12 giorni di viaggio) arrivano sul territorio 96.000 euro ma che soprattutto questo guadagno ha interessato le aree interne. Personalmente, per me che sono una sognatrice, il guadagno più grande è sapere che su una panchina del paesino di Cicerale è seduto un anziano signore a colloquio con un viaggiatore, al quale può raccontare ancora una volta la sua storia e quella del suo paese. Sono immagini e racconti preziosi.

La Via Silente è turismo ecosostenibile. Quali sono le potenzialità per il Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni? Quali le sfide da affrontare?

Promuovere un tipo di turismo a basso impatto ambientale come il cicloturismo, riduce gli effetti negativi del turismo di massa e il visitatore viene sensibilizzato sull’importanza della conservazione e della sostenibilità ambientale. All’inizio del mio percorso ho immaginato che Il Parco fosse una grande opportunità per il progetto del La Via Silente, ora penso l’esatto contrario, ossia che l’ente dovrebbe “approfittare” de La Via Silente, eppure rimane sostanzialmente indifferente al nostro lavoro. In passato ho cercato di collaborare e coinvolgere l’ente in quello che stavamo facendo, mi sembrava naturale e conveniente per entrambe le realtà. Ora sinceramente mi sono arresa. Da quando si è insediato il nuovo presidente, non ho avuto il piacere di conoscerlo. Lo abbiamo invitato alla inaugurazione del 12, gli avevamo riservato uno spazio importante nella conferenza ma non si è presentato. Quali sono le sfide da affrontare? Quelle culturali, quelle in cui si riesce a sedersi ad un tavolo e discutere di progetti e obiettivi comuni. Altrove succede. La Ciclovia dei Parchi della Calabria è gestita e supportata da 4 Enti Parco nazionale che collaborano assiduamente per promuovere il loro territorio. Conosco personalmente i presidenti di quei parchi, ci ritroviamo nelle fiere di settore a discutere e a confrontarci sugli aspetti legati al cicloturismo.  Se dovessi suggerire ad ente parco o agli amministratori, o all’ente regionale del turismo, come incrementare il lavoro già fatto, gli direi di trasformare le vecchie scuole elementari dei paesini, ormai chiuse da tempo, in piccoli ostelli dedicati all’accoglienza dei cicloviaggiatori e in generale di chi attraversa lentamente il territorio. Credo che sia il futuro del nostro entroterra. L’esempio esiste ed è palazzo ReSilente.

La Via Silente deve il suo nome “alle sonorità dei luoghi attraversati, in cui il silenzio si insedia prepotentemente”. Attraversa un paesaggio talvolta aspro, selvaggio, sempre autentico. Cosa colpisce maggiormente il cicloturista? Cosa racconta in particolare dell’esperienza vissuta?

Il cicloturista che sceglie di percorrere La Via Silente è spesso colpito dalla straordinaria varietà del paesaggio, che cambia continuamente, offrendo sorprese dietro ogni curva. Questo mutamento costante del paesaggio mantiene vivo l’interesse e l’entusiasmo e allevia la fatica dovuta al dislivello notevole del percorso Un altro aspetto che affascina profondamente i cicloturisti è la qualità del cibo. Siamo nel cuore dei paesi dove è nata la Dieta mediterranea, i piatti raccontano storie di tradizione e cultura. L’accoglienza dei cilentani è un altro elemento che rende l’esperienza su La Via Silente indimenticabile. La genuinità e la sincerità delle persone del luogo, sempre pronte ad aiutare e ospitare, creano un’atmosfera di calore e comunità. I cicloturisti raccontano spessissimo degli incontri con gli abitanti e si meravigliano di essere accolti come dei famigliari. Nascono amicizie che durano per sempre. Infine, il silenzio de La Via Silente è un’esperienza in sé. Non è un’assenza di suono, ma piuttosto una qualità d’ascolto. È la possibilità di sentire il fruscio delle foglie, il canto degli uccelli, il mormorio dei ruscelli. Questo silenzio permette di connettersi profondamente con la natura, di ascoltare i propri pensieri e di trovare una pace interiore rara nella frenesia della vita quotidiana.

La Certosa di Padula